A volte può accadere che il genitore, nel porre limiti si senta “cattivo” perché suscita l’opposizione del bambino. In realtà il bambino, sempre in relazione all'età, ha necessità di essere regolamentato nel suo comportamento, di sentire che c’è un adulto “attento” a lui, che quando mette divieti offre anche protezione e questo infonde molta tranquillità e sicurezza. Il contenimento deve essere accompagnato da una sintonizzazione emotiva sui bisogni del bambino, cioè da un’accoglienza empatica, da un’accettazione della sua piccola persona distinguendola bene dal suo comportamento (ad es. dire “quando picchi tua sorella mi arrabbio molto perché le stai facendo del male” invece che “sei un bambino violento o cattivo!”)
Il contenimento, che passa anche attraverso le regole è fondamentale per una crescita in direzione del benessere del bambino. Lo confermano le neuroscienze che hanno evidenziato come nei bambini cresciuti in famiglie dove è presente una buona sintonizzazione e un buon sistema di regole il cervello funziona meglio producendo gli ormoni della calma e del benessere (ossitocina, serotonina, dopamina). I bambini invece, cresciuti in famiglie senza regole e senza sintonizzazione producono maggior quantità di cortisolo, l’ormone dello stress e dell’ansia. Ed è proprio il cortisolo una delle cause dell’iperattività nei bambini, disturbo tanto frequente in età scolare.
Le regole facilitano l’adattamento del bambino alla vita sociale e a individuare nell'adulto un punto di riferimento. Affinché siano efficaci è necessario che ci sia convinzione (i genitori devono essere convinti dell’utilità della regola messa al bambino), coerenza (evitare le contraddizioni ed essere i primi a rispettare le regole che impongono) e condivisione (nella coppia genitoriale).
I bambini, abituati fin da piccoli a regole ed impegni, ad aspettare e rispettare, diventeranno adulti maggiormente sereni e sicuri.
Ecco alcune indicazioni che possono essere d’aiuto:
· Le regole devono essere adeguate all'età dei bambini, ferme e non troppo numerose;
· Creare dei rituali condivisi con il bambino, possibilmente divertenti, per aiutarlo a rispettare le regole (per es. usare un timer per “fare a gara” a chi si veste prima);
· Usare il "sì condizionato". Per esempio, invece che “No, adesso è ora di cena, niente caramella” potremmo dire: “Sì, appena abbiamo finito di cenare puoi averla”.
· Dare sempre un’alternativa adeguata ai comportamenti “inadeguati”: “non questo ma quello”, “non adesso ma dopo”;
· Esprimere i “no” al positivo. Per esempio, invece che dire: "Non urlare", dire "parla a bassa voce" (difficilissimo ma molto utile );
· Comunicare i limiti guardando il bambino negli occhi, alla sua altezza. Evitare di dare indicazioni a distanza e/o mentre si fa altro.
· Evitare i ricatti: “se mangi tutto quello che hai nel piatto dopo ti lascio guardare i cartoni”. Piuttosto: “quando hai finito di mangiare, puoi guardare i cartoni”.
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